Travaglio e parto: preparazione, fasi e come gestire le emozioni di questi momenti
Dopo nove lunghi mesi di preparazione, finalmente è arrivato il momento di conoscere il tuo bambino! Ansia, gioia, felicità e paura si mescolano nell’attesa. Alla sua nascita, il tuo bambino avrà bisogno di te come te di lui: si tratta di un momento unico, denso di un amore sconfinato e senza tempo. Fatica e dolore scompariranno per lasciare spazio a senso di cura e affetto infiniti.
Prepararsi al parto significa anzitutto fare propria la consapevolezza di potercela fare. È inutile nasconderlo: il travaglio è un momento non facile. Per questo conoscere in anticipo le fasi e i sintomi che indicano l’inizio del travaglio, come poter alleviare o cercare di controllare il dolore, può esserti d’aiuto. Nella maggior parte dei casi i sintomi pre parto iniziano con largo anticipo, dandoti il tempo di prepararti sia fisicamente che emotivamente, ma non è detto: ogni parto è diverso. Tutto ciò che avviene al corpo in questa fase è del tutto naturale ed è importante ricevere il supporto di tutte le persone che ami.
La vicinanza del partner è generalmente di grande aiuto, ma non avere remore a stabilire le tue regole: non tutte le mamme reagiscono al dolore nello stesso modo.
Quali sono e come gestire al meglio le fasi del travaglio
Cosa succede i giorni prima del parto? L’esperienza del travaglio è intensa e totalitaria, irripetibile e diversa per ogni donna. Va a coinvolgere il tuo corpo, la tua mente e il tuo spirito dando vita a un caleidoscopio di sensazioni, emozioni e aspettative. Le fasi del travaglio sono quattro, ma non è possibile determinarne durata e intensità dal momento che ogni fisico reagisce in modo diverso. Per alcune mamme avviene tutto velocemente, per altre può durare parecchie ore. Anche la rottura delle membrane, o “rottura delle acque”, non è detto che avvenga a travaglio iniziato. Molte donne si accorgono della perdita di liquido molto prima che comincino le doglie.
- Periodo prodromico: dilatazione del collo uterino e aumento delle contrazioni regolari intervallate da lunghe pause. Si può gestire a casa, trovando una posizione comoda e respirando come ti hanno insegnato al corso preparto.
- Fase dilatante: chiamata anche “fase attiva del travaglio”. Le contrazioni sono più forti, costanti e ravvicinate aiutano la progressiva dilatazione. Quando le contrazioni cominciano ad avere queste caratteristiche è il momento di andare in ospedale, a meno che non tu non sia già lì perché hai rotto le acque prima.
- Fase espulsiva: le contrazioni e le spinte diventano un riflesso automatico. Le ostetriche ti aiuteranno ad assumere una posizione comoda per “assecondare il flusso”. I tempi sono molto variabili e dipendono anche dall’analgesia epidurale.
- Secondamento: finalmente è nato! Dopo il taglio del cordone ombelicale, generalmente entro 30-60 minuti, viene espulsa la placenta. Il bambino viene pulito e ti viene consegnato per il contatto “pelle a pelle”, un momento magico in cui inizierete a conoscervi, in perfetta risonanza. Il bambino percepirà il tuo calore, la tua voce, il battito del tuo cuore e si tranquillizzerà. In un primo momento, infatti, rimarrà in questo stato di “veglia tranquilla” dove inizierà a prendere coscienza del nuovo mondo che lo circonda.
Prepararsi al parto: posizioni, esercizi e consigli per affrontarlo al meglio
Oltre che frequentare con un buon corso preparto, ci sono diversi step che si possono seguire per prepararsi al parto.
Anzitutto, condurre uno stile di vita sano e avere un’alimentazione equilibrata durante la gravidanza. Dopodiché, rallentare i ritmi e ascoltare i cambiamenti del tuo corpo; anche praticare dell’attività fisica controllata e a bassa intensità potrebbe giovare ad avere un maggiore controllo del peso durante la gravidanza, a migliorare l’umore, alleviare almeno in parte eventuali dolori. Le future mamme dovrebbero poi prestare particolare attenzione alla salute del proprio pavimento pelvico, sia durante che dopo la gravidanza. Questi muscoli sono necessari per sostenere utero e organi pelvici: durante il travaglio e il parto sono sottoposti a notevole pressione, per questo, in modo da evitare problemi nel post-parto (ad esempio, episodi di incontinenza urinaria), è consigliabile una buona prevenzione e cura del pavimento pelvico con esercizi e pratiche apposite per mantenere l’area elastica e tonica.
Nelle prime fasi del travaglio, anche bagni caldi e aroma terapia possono rivelarsi molto utili per mantenere la calma, combattere il dolore e alleviare i sintomi preparto.
Nella fase dilatante, allo scopo di gestire sforzi e fatica, ci sono diverse posizioni comode e spontanee che si raccomanda di adottare per facilitare la progressione di tutte le fasi del travaglio e del parto. Il corpo percepisce in maniera istintiva e profonda quale sia la postura più congeniale per favorire la nascita del bambino. In questa prima fase, per gestire le fitte e la fatica, quella “seduta sulla palla”, oppure “sdraiata sul fianco” sono le migliori.
Stare in piedi invece sarà molto utile per incanalare il bambino nelle pelvi, agevolandone l’uscita.
La respirazione lenta, fatta coinvolgendo il diaframma, ha riconosciuti effetti psicofisiologici positivi: allenta gli stati di ansia e paura agendo sia sul sistema nervoso centrale che su quello autonomo.
Respirare lentamente aiuta a regolare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Durante il travaglio, l’efficacia delle tecniche di respirazione lenta è evidente: si tratta anche di un modo per distogliere la mente dal dolore infondendo maggiore forza alla mamma per affrontare i momenti successivi. Stare seduta sulla palla da gravidanza o su uno sgabello è ottimo per alleggerire la pressione sulla colonna. Accovacciarsi o stare in piedi potrebbe agevolare l’uscita della testa, ma tutto dipende da come ti senti a tuo agio nelle posizioni proposte. La questione che di solito preoccupa di più del travaglio e del parto è quella del dolore: quanto ne proverai, quanto durerà, come puoi alleviarlo e qual è la fase più dolorosa.
Non è possibile fare ipotesi o dare delle vere e proprie indicazione sulla durata o la quantità, poiché si tratta di un fattore soggettivo. È sicuramente influenzato da diversi fattori, l’ambiente o anche dalla presenza di qualcuno in grado di supportarci emotivamente. È infatti stato dimostrato che l’ascolto e le rassicurazioni di qualcuno di sostegno possono essere di notevole aiuto alla futura mamma nella gestione del dolore.